Non sono pronto per Allegri

Non sono pronto per il ritorno di Massimiliano Allegri alla Juventus. Non sono assolutamente pronto. E forse non lo sarò mai. Non sono pronto per le stucchevoli polemiche sul “bel gioco” e sulla presunta efficacia del calcio difensivista, retrogrado, all’italiana, tutto tecnica e fisico, palla lunga e ci pensa quello bravo. Non sono pronto per l’aria tossica, irrespirabile, di Twitter e gli altri social, fomentati dalla setta degli allegriani che non permettono a nessuno, nemmeno per sbaglio o in via ipotetica, di criticare il loro “Maestro” a prescindere dai risultati. Non sono pronto per il ritorno del risultatismo, dello scudetto come primo ed unico obiettivo, delle finali di Champions come trofei e dell’aridità del confronto sulla proposta di gioco. Non sono pronto per le sue conferenze stampa, le sue battutine, l’aria altrettanto irrespirabile per colpa dei giornalisti che sono dalla sua parte e te la raccontano come vogliono, senza lasciare alcuno scampo alle opinioni avverse. Non sono pronto per soffrire 70-80 minuti, lamentandomi per l’insoddisfazione legittima da tifoso, per poi dovermi sorbire la lezioncina perché alla fine la sfanghi e porti a casa i 3 punti, e devi stare zitto perché è così che si vincono gli scudetti. Non sono pronto per i post sul DNA Juventus, sul carattere, la grinta e il piacere della sofferenza in campo. Non sono pronto per i clean sheets, le classifiche sulla miglior difesa, le statistiche stravolte a propria convenienza per dimostrare che “il calcio è una roba semplice”, per il malsano godimento di vincere 1-0. Non sono pronto per sprofondare ancora di più nel passato, mentre il calcio europeo avanza come un treno ad alta velocità, e quello italiano non solo non avanza ma smette di essere calcio. Non sono pronto per i salottini tra ex calciatori, ex allenatori, ex giornalisti ed ex telecronisti che se la ridono e se la cantano e se la suonano. Non sono pronto per i “eh ma lui cosa ha vinto?” ed i “hanno fatto possesso palla e tanti tiri in porta ma alla fine hanno perso”. Non sono pronto per i tifosi da televideo, che guardano solo le partite della Juventus e pensano che Guardiola abbia ripetutamente fallito in Champions. Non sono pronto per quelli che pensano che non vincere la Champions con Ronaldo non sia stato un fallimento per la Juventus. Non sono pronto per quelli che esaltano chiunque lavori per la Juventus e screditano chiunque lavori da un’altra parte, senza neppure conoscerlo. Non sono pronto per i “vi meritate Delneri e Ferrara”, i “non salite sul carro”, gli “andate a tifare Inter”. Non sono pronto per tutte queste cose e per molte altre. Ma qualcosa mi dice che, pronto o non pronto, il futuro sarà identico al passato.

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