Weston McKennie è stato sospeso dalla sua Nazionale e non ha potuto prendere parte al match di qualificazione ai Mondiali 2022 contro il Canada. È stato il calciatore stesso a darne notizia tramite una storia su Instagram, nella quale si è anche scusato per il suo comportamento. Il motivo della sospensione è infatti la violazione del protocollo anti COVID durante il ritiro della squadra statunitense. Tutti ne parlano, in particolare le principali testate sportive italiane, con articoli pressoché identici che riportano anche le stringate dichiarazioni post partita del CT USA (McKennie forse non rientrerà a disposizione nemmeno per la partita successiva), oltre a menzionare un’intemperanza simile già avvenuta qualche mese fa insieme a Dybala e Arthur a Torino. Ma che cosa abbia fatto realmente il numero 14 bianconero, questo nessuno lo sa. Nessuno lo scrive, almeno. “Violazione del protocollo anti COVID” è tutto e niente, visto che potrebbe essersi trattato anche di una violazione minuscola e “formale” che ha costretto la Federazione USA a metterlo da parte per evitare problemi con il resto del gruppo, ma senza un reale rischio per la salute. Eppure il tribunale juventino, con sede su Twitter, si è già messo all’opera, condannando McKennie in assenza di prove e nella totale ignoranza dei fatti, definendolo poco professionale, intemperante, inadatto alla Juventus, da vendere, ed altre simili amenità. Giudizi sommari che potranno anche essere fondati, ma solo per pura casualità. Costa troppo evitare di pronunciarsi? Costa troppo attendere informazioni più chiare? Costa troppo astenersi da giudizi definitivi? Costa troppo tenersi alla larga dai moralismi? Lo dico senza voler essere in alcun modo l’avvocato difensore di Weston McKennie, proprio perché non ho la minima idea di cosa abbia fatto. E per questo non lo giudico, non lo condanno, non lo attacco, non lo definisco in alcun modo. Ma mi piacerebbe vedere cosa penserebbero certi magistrati del tribunale juventino di Twitter se si trovassero per una volta al posto di Weston McKennie: giudicati senza prove e senza la conoscenza dei fatti.